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Lens manca di realismo offensivo nonostante un gioco dinamico

Un’analisi del recente match tra RC Lens e il suo avversario rivela una situazione preoccupante, nonostante un impressionante volume di tentativi offensivi. Mentre il numero di Lens 37 colpi può sembrare promettente, l’assenza di vere fermate decisive dal portiere, Yehvann Diouf, evidenzia una mancanza di efficienza nella finalizzazione delle azioni. L’osservazione del gioco mostra che offensivi, anche se dinamici con molti centri, lotta per trovare i rapitori, illustrando un deficit cruciale nella capacità degli attaccanti di posizionarsi efficacemente e realizzare le opportunità create. Questa performance fa parte di una tendenza più ampia, confermata da statistiche preoccupanti sugli ultimi giochi, evidenziando un problema strutturale all’interno del team.

La mancanza di precisione e talento negli ultimi metri dell’attacco di Lens è al centro di questa impasse offensiva. Anche se il team ha generato un numero significativo di opportunità, con conseguente un obiettivo atteso (xG) superiore a 3 nell’ultimo gioco, non è riuscito a trasformare queste opportunità in obiettivi. Questa incapacità di segnare contrasti bruscamente con l’esecuzione di Elye Wahi la stagione precedente, e anche con la sua sostituzione, Nzola, la cui prestazione rimane insufficiente. Questa situazione evidenzia un’eccessiva dipendenza dal volume di gioco senza la qualità necessaria per concludere le azioni, ed è accompagnata da una serie di giochi in cui il team ha lottato per convertire i suoi sforzi in risultati di successo.

Di fronte a questa realtà, Coach Will Still è impotente di trovare la soluzione, discutere diverse composizioni e strategie di squadra senza essere in grado di sbloccare la situazione offensiva. Le cifre recenti, con un numero limitato di punti segnati e una posizione debole per la classifica delle partite di ritorno, indicano la difficoltà di invertire la tendenza. Anche se il guardiano lensiano poteva testimoniare un’animazione offensiva sostenuta, non è mai stato realmente messo alla prova, paradossalmente sottolineando il problema principale: una persistente incapacità di fare la differenza nella zona di pericolo.